Duel
*Illustrazione di Ilya Shebunov
Non scrivere di me.
Non ho obbedito.
Non ti avrei amato altrimenti.
Gli altri – gli altri
da questo punto di vista erano facili.
Certo, non amarmi,
questo lo sanno dire in molti,
non ti affezionare, non farmi piangere,
– pochi uomini sono uomini abbastanza –
hanno tutti timore dell’autodistruzione
tra le braccia di una donna
ma chi non vorrebbe l’eternità
il plauso l’immortalità?
Non scrivere di me.
Non mi fotografare.
Non cercarmi.
Non mi amare.
Naturalmente
dimmi di non fare qualcosa
e farla sarà
la mia assoluta priorità.
Pagine fradicie d’amore
come lenzuola
come le bocche degli ubriachi
pagine piene di fuoco
come quello negli occhi
di chi infrange gli ordini dati.
Ecco chi sono gli innamorati:
coloro che si sono sfidati
che hanno messo condizioni
e poi col mento levato
hanno calpestato
le reciproche imposizioni.
E con un piede di lato
uno diritto
ginocchio piegato
braccio arretrato in basso
e nel viso
tutto quanto esiste di bello
hanno raggiunto la mise en garde,
levato il fioretto
per il duello.
Annick Emdin
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